CRETA DI MIMOIAS




Domenica 11/09/2016 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 2,30
ore 4,15
m. 880
Tabacco foglio 01
E 1°inf. Breve camino non esposto


La Creta Mimoias è la montagna dove isolarsi dal resto del mondo, una soluzione relativamente facile per pendii erbosi che si risalgono trascinandoci metro dopo metro, risparmiandoci fastidi siamo immersi nei nostri pensieri. Solo lo sguardo si alza meccanico a controllare una croce che stenta ad ingrandirsi, ma non è un problema oggi, vogliamo semplicemente sederci al suo fianco e contemplare il vuoto assoluto sull’opposto versante, che guarda la Croda di Enghe. Solo allora ci rendiamo conto di non essere sul punto più alto di questa montagna, il cui profilo insiste ancora a ovest e culmina con un ultimo slancio cattivo che si sale arrampicando. Ma questo lo lasciamo fare a chi è capace e vuole adrenalina diversa dalla nostra, noi siamo qui perché cerchiamo un attimo di libertà e delle risposte che probabilmente non troveremo mai.

Percorso:: la Creta Mimoias sovrasta Forcella Lavardet. Vi arriviamo lungo i ventiquattro chilometri della Val Piova, passando Sella Razzo e lo sbocco stesso della Val Frison. Uno spiazzo sterrato sulla sinistra consente di lasciare la macchina, là dove un cartello pubblicitario dà il benvenuto in Val Pesarina (m 1423, indicazioni). Appena dentro il bosco, assecondiamo a destra la stradina forestale 203 che proviene dalla Forcella Lavardet. Tagliamo i ripidissimi pendii orientali della montagna, conosciuti con il nome di “Bosco dei Los”, in principio senza grossi guadagni di quota, poi con improvvise impennate che portano ad un bivio in prossimità della Casera Mimoias (m 1623, ore 0,40). Anche questa abbandonata al suo destino, erbe grasse circondano le mura ormai pericolanti e pure le vasche dove si abbeveravano le bestie; le fasi del progresso, o forse semplicemente una politica insensibile che non alimenta il ritorno dei giovani alla montagna. Ritorniamo al bivio dunque, e seguiamo le indicazioni per il passo di Oberenghe (sentiero 202), sul fianco del torrente Mimoias che andiamo anche a scavalcare piacevolmente all’ombra delle piante. Dopo dieci minuti un grosso masso indica inequivocabilmente il momento di abbandonarlo, piegando a sinistra oltre il letto asciutto di un corso d’acqua. Attraversiamo il prato che segue, senza perdere di vista i bolli rossi e cominciamo a salire il fianco boscoso del monte che guarda la Casera Mimoias. Agganciata una costola, dobbiamo ora avvicinare uno zoccolo roccioso e seguirne la base fino a un canalone di ghiaie e mughi che risaliamo tutto verso l’evidente apertura soprastante. Sbuchiamo stupiti in una prima oasi verde che invita alla sosta, e ci prendiamo pure il tempo di studiare la prossima mossa (ore 1,40 dalla macchina). La soluzione è oltre la posa d’acqua e il breve abbassamento che ci separa dal corpo vero e proprio della Creta. Su dall’altra parte, troviamo poi l’unico tratto della via che richiede un minimo di attenzione: un imbuto di rocce scalinate e abbellite dai larici, che si vincono con l’aiuto delle mani (pochi metri di 1°inf.). Seconda oasi verde di grande respiro, ritorniamo a camminare sopra una prateria che ci pare immensa e contraddistingue davvero questa montagna. Ancor più dopo esserci spostati sulle gobbe laterali che dominano la Val Pesarina e vediamo la croce di vetta ancora lontanissima. La traccia si mantiene sull’erba e testimonia una discreta affluenza che non sospettavamo, la Creta di Mimoias non compare infatti sulle riviste di settore e la vediamo sulla carta geografica quasi in disparte e misteriosa. La mente si perde allora, mentre le nostre gambe seguono meccaniche il solco tra i fiori e l’erba che ondeggia al sole. Aumenta il ripido e aumenta la fatica ma non vorremmo essere altrove. La piccola croce di legno, finalmente, umile come deve essere, bello pure il contenitore che contiene il quaderno delle firme (Creta di Mimoias m 2301, ore 2,30). Un taglio netto sul versante opposto, il niente, al quale noi escursionisti della domenica non ci abitueremo mai.

Tempo totale salita ore 2,30.
Dislivello salita m 880.


Ritorno:stessa strada in ore 1,45.