COL DEI DUOGHI




Sabato 20/11/2010 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 2,30
ore 4,00
m. 550
Tabacco foglio 16
T-E


Il Col dei Duoghi accompagna a valle la lunga dorsale boscosa discendente dalla bella Croda de Cuz, fino alle sponde del Torrente Bòite e dello stesso Lago di Valle. Le coste e i ripiani erbosi di Dubiea, sul versante orientale, sovrastano invece il placido corso del Piave e l’ormai emarginato paese di Perarolo: antico porto fluviale del Cadore dove era convogliato e gestito il commercio del legname per la Repubblica Veneziana. Noi saliamo da Cibiana lungo la “Via del ferro”, magari nella stagione delle ombre lunghe e questa volta non tanto per conquistare un modesto rilievo occluso dagli alberi, ma per il gusto di conoscere posti nuovi e conoscere la loro storia. Troviamo gli ingressi alle vecchie miniere infatti, dalle quali si estraeva il prezioso metallo e lo si lavorava con le prime macchine azionate dalle acque incanalate del Torrente Rite. Venivano forgiati a mano: chiodi, chiavi, forbici, serrature e il paese cresceva e conosceva allora un periodo di relativo benessere. L’estrazione ora non è più conveniente farla, anche sfruttando la tecnologia industriale, lo scarso profitto scoraggia qualsiasi iniziativa in tal senso. Cibiana rimane il paese delle chiavi, con una sua storia ben solida alle spalle, le prospettive di lavoro sono sempre poche, come in tutta la provincia dolomitica del bellunese, ma persone capaci riescono ancora a perpetuarne la tradizione. Si cerca così di avvicinare il turista e lo si fa anche con i caratteristici murales, belli da vedere, passeggiando tra le case vecchie e quelle ristrutturate. Illustrano e ricordano gli antichi mestieri svolti in paese o nella casa stessa dove sono figurati. Si racconta che le milizie veneziane comandate da Alviano, il lontano marzo del 1508, dalla Val Zoldana discesero e sostarono a Cibiana, prima di attaccare sul fianco le armate imperiali di Massimiliano d’Austria e conseguire la vittoria con la “Battaglia di Ru Secco”.

Percorso:Masarié è una piccola frazione di Cibiana di Cadore e ne anticipa l’arrivo, salendo dalla Strada Alemagna allo stesso Passo Cibiana. L’entrata in paese con l’auto è vietata ai non residenti, dato l’esiguo spazio a disposizione. Si parcheggia allora a sinistra della strada principale, in un comodo piazzale che precede una curva e l’arrivo al paese stesso (m 987, km 4 da Venas di Cadore). Qui sostano anche coloro che desiderano visitare il Museo all’aperto dei murales. Passata la curva lungo il vialetto artificiale, scendiamo dunque tra le vecchie case di Masarié, fermandoci a curiosare nei vicoli e contemplare le opere dipinte sulle pareti. Oltre un portico molto bello, lasciamo gli ultimi edifici abbassandoci in direzione del Torrente Rite. Andiamo dritti al tornante e guidati dal rumore delle acque, giungiamo presto al ponte che permette il passaggio sull’opposto versante. La strada diventa sterrato e ci accompagna verso sinistra ad un piccolo punto panoramico, con panca e cartelli indicatori (Miniere di Carsiè e Ronzei). Ha inizio la “Via del ferro”, muretti a secco datati testimoniano l’abbandono di un’attività che ha scritto la storia di questo paese e garantito il pane alle genti che vi abitavano. Acque sgorgano dal sottobosco, un bicchiere posto in loco invita all’assaggio. Il bosco, un tempo addomesticato, affascina con le sue asperità e la sua invadenza. Incrociamo ben presto un cartello che segnala le miniere di Carsiè, la curiosità spinge a salire quei venti metri gradinati che accompagnano agli imbocchi della miniera (m 1050). In parte franati, trasmettono comunque uno stato d’ansia che toglie la voglia di entrarci. Una bacheca descrive il periodo di attività estrattiva e le tecniche usate a quel tempo. Ridiscesi sul sentiero, proseguiamo oltrepassando delle belle acque ed un breve tratto franato che richiede manutenzione. Pianeggiando, arriviamo anche alle vicine miniere di Ronzei, situate tra il Ru Starole e il Ru Recondolié. Pochi minuti per scovarne gli ingressi e immedesimarsi nelle condizioni lavorative dei minatori di trecento anni fa. Intersechiamo la stradina sterrata che sale direttamente dal Lago di Valle e l’assecondiamo in salita (indicazioni per Dubiea-Col dei Duoghi. Fino a qui ore 1,30 comprese le soste). Beatamente tra gli alberi che lasciano passare i raggi del sole, poi con più fatica impenniamo diagonalmente lungo il costone settentrionale del Monte Dubiea. Dallo stesso discendono le acque del Ru Recondolié, che scavalchiamo per la terza volta là dove la montagna rientra e le costringe a piccoli salti prima di essere definitivamente incanalate e dirette sull’alveo del Rite. Notiamo due casette e una possibile discesa veloce ai Piani di Vallesella, dopo di che aggiriamo le ultime propaggini del Col dei Duoghi e con un paio di svolte ne guadagniamo i piani alberati. Ci sorprende la Ciàsa del Conte”sul centro di una radura, con la sua struttura atipica e severa ospita il passante in caso di pioggia o anche per il solo tempo di una sosta. Fu fatta costruire a suo tempo dal Conte Gregorini, come sede per le sue battute di caccia (m 1502, ore 2,30).

Dislivello salita m 550.


Ritorno:avviene lungo lo stesso percorso.