CIMA VANSCURO




15/07/2015 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 3,20
ore 5,40
m. 950
Tabacco foglio 17
EE Itinerario lungo e vario


Cima di confine bella e raggiungibile, posta sulla cresta che separa le Valli del Comelico e del Gail. Nido d’aquila che sopravanza scenari già idilliaci e colorati. La veduta sulla piana dell’Obstansersee con il rifugio omonimo, vale da sola una giornata di fatiche, lungo i rialzi sicuri dei Frugnoni lo sguardo arriva allora dappertutto e apre le menti e i polmoni. Ritenuta strategicamente poco importante agli inizi del primo conflitto mondiale, sarà invece contesa aspramente i mesi seguenti, quando con un paio di attacchi insensati, l’Esercito Italiano perderà quasi un migliaio di soldati tentandone la conquista. L’avvicinamento al Passo Silvella transita giusto sotto la Forcella Pala degli Orti, dove si sono avuti gli scontri più cruenti e pur monotono, non deve sminuire una camminata che regala successivamente un crescendo di emozioni che culminano con l’arrivo in vetta.

Percorso:la Val Digón è una lunga lama boscosa incuneata tra le dorsali della Cresta Carnica e della Costa della Spina, che la separa dalla più trafficata e parallela Val Pàdola. Al contrario di questa infatti, la Val Digón non trova sfogo presso la testata omonima e conclude pacificamente accerchiata da rilievi modesti e apparentemente insormontabili. La strada asfaltata termina così a Casera Silvella, oltre è solo terreno per chi va a piedi o in bicicletta, com’è giusto che sia. Si entra in valle a Sega Digón, dove la statale 52 compie una curva significativa e, passate le poche case del paese troviamo presto la chiesetta che ricorda l’attentato e i caduti di Cima Vallona. Non resta che seguire il torrente omonimo controcorrente per quasi una decina di chilometri, adocchiando gli stacchi di Pian de la Mola e Pian di Tabeli, su strada tutto sommato filante e recentemente asfaltata. Infine alcune svolte a guadagnare il parcheggio appena sotto Casera Silvella (m 1827) aperta la stagione calda per l’alpeggio e il ricovero degli animali. In marcia dunque su sterrato militare a rimontare la Costa Rigoieto che copre parzialmente una veduta già incoraggiante. Le scorciatoie ci sono, a tagliare gli ampi tornanti, e richiedono subito uno sforzo iniziale non indifferente. Al bivio teniamo la sinistra, evitando di andare incontro alla stessa Casera Rigoieto e al Monte Cavallino. Se è vero che il Comelico invidia le superbe forme delle Dolomiti più a ovest, queste rimpiangono forse la dolcezza e l’estensione dei boschi, da loro fin troppo sacrificati. Attraversiamo tutta la testata della valle, sorpassati da qualche ciclista (sempre stradina 146). Lungo queste pendici erbose salivano i nostri soldati direttamente verso le posizioni austriache di Forcella Pala degli Orti e di Cima Vanscuro, sfruttando il buio e le nebbie, su terreno totalmente scoperto. Le artiglierie italiane sul vicino Col Rosson, non li salvavano dal loro destino. Arriviamo così sulla larga terrazza del Passo Silvella, ai piedi del Col Quaternà. Erba, fiori e reticolati adornano il suolo e dovrebbero far pensare (m 2329, ore 1,30 dal parcheggio). Puntiamo ora le macerie colorate che caratterizzano il versante sud dei Frugnoni, luccicano al sole e sono un richiamo alla montagna stessa. Alcune svolte e il 160 passa l’incavo di una trincea e porta verso l’edificio, ancora in buono stato, che ospitava i finanzieri austriaci nel dopoguerra. I luoghi attorno invitano all’esplorazione, rivediamo dentro di noi gli scontri avvenuti su queste creste poco pronunciate ma attraenti. Senza problemi avanziamo tra le crode (sempre sentiero 160) scoprendo l’incanto azzurro del Obstansersee sulla piana sottostante già oltre confine e che ospita anche il piccolo rifugio adiacente. Perdiamo quota passando la Forcella Pala degli Orti, trovando qui le indicazioni per l’eventuale discesa al lago, noi risaliamo invece l’opposto pendio guadagnando un primo ripiano e un’oasi verde dove riposare. Verso la vetta dunque che richiede un attimo di attenzione solo in un breve traverso esposto, qualche scalino tra le rovine dei ricoveri austriaci e la croce finalmente conclude una camminata davvero bella e varia nel suo sviluppo (Cima Vanscuro m 2678, ore 3,20 dalla Casera Silvella). Altre tracce della guerra si notano sul versante settentrionale del monte.

Tempo totale salita ore 3,20.
Dislivello salita m 950.

Ritorno:al ritorno, è bello e naturale discostarsi ancora dal sentiero che unisce il Rifugio Biella ai Laghi di Fosses, per perdersi volutamente tra le gobbe prative di questo altipiano bucolico. Senza pericolo, solo voglia di esplorare ogni anfratto, ogni piega del terreno e inquadrare questi posti nuovi da più prospettive. Campo Croce il pomeriggio brulica di persone. Qui staziona la maggior parte delle persone arrivate con i taxi navetta e vi trascorre la giornata. Coppie d’anziani che passeggiano, famiglie alle prese con le carrozzine, bambini che giocano sui rigoli d’acqua e perfino ragazze in costume da spiaggia, stese sui prati al sole....evviva! Alla macchina ore 4,00.