MONTE AVERAU




Domenica 15 ottobre 2006
con Fabio
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Impegno :
Carta 1/25.000 :

ore 3,00
ore 5,00
m. 700
Tabacco foglio 03
EEA via ferrata moto breve e di media difficoltà


Il sentiero 440 parte dal Pian dei Menìs, due tornanti prima del Passo Falzarego arrivando da Cortina d’Ampezzo e si poteva optare per altre vie tante sono le opportunità a disposizione. Se non è alta stagione, addirittura seguire la stradina fin sotto le Cinque Torri, parcheggiando al Rifugio omonimo. Ma ci saremmo sentiti peccatori non avendo conquistato quelle alture magnifiche a poco a poco, passo dopo passo, girando lo sguardo alla Tofana di Rozes almeno una volta ogni trenta secondi. Un gesto automatico, incondizionato, esagerando con le foto sicuramente tutte uguali una volta guardate a tavolino, ma che dimostrano quale eccezionale polo magnetico sia quella parete rosa.

Percorso: lasciata l’auto lungo la strada, ci accoglie un bel prato inciso dai corsi d’acqua (Pian dei Menìs 1972). Riflettono la luce del mattino e invitano a proseguire oltre le passerelle di legno che li scavalcano (segnalazioni). Il migliore approccio con la montagna che si possa desiderare. Entriamo ben presto tra i pini e dopo aver costeggiato a lungo un rialzamento boscoso (sent. 440), da un pulpito privilegiato ci si affaccia all’Alpe Potór e a quelle sculture curiose, erose e squadrate dal tempo delle Cinque Torri. Contemporaneamente però, si cominciano a notare le varie strutture artificiali portate dall’uomo. Protesi che forse in stagione autunnale, piagano ancor più che in altre, la bellezza del posto. I boschi sono un’esplosione di colori e li riprendiamo con la videocamera passando sotto i fili di una seggiovia. Ora tra i massi di un’antica frana, aggirando i versanti nord orientali dell’Averau, si scorge non lontano e facile quel Rifugio Nuvolao, nido d’aquila imprendibile per chi transita dall’altra parte, sul Passo Giau. Si congiunge la traccia che sale dal vicino Rifugio Scoiattoli. Per piste da sci e spianate sassose, arriviamo alla Forcella dove sonnecchia il Rifugio Averau e qui si comprende perché questi monti sono così accanitamente assediati dagli escursionisti (m 2413, ore 1,30). Il sole disegna in controluce i profili del Pore e del Col di Lana in primo piano, poi le varie quinte sfumano e si vanno a confondere con il cielo. Una serenità inaspettata accompagna i passi e le menti di chi si spinge facilmente lungo il breve crinale che porta alla panoramica cima del Monte Nuvolau. Noi invece seguiamo un’ulteriore traccia che porta a ridosso della nostra montagna, aggirando il versante orientale e avvicinandoci alla roccia, là dove la muraglia oppone minor resistenza. Ci si alza sul pietrame fino all’attacco della ferrata, che si supera lungo un camino in una ventina di minuti. Il Monte Averau ricorda vagamente il Pelmo: un trono rivolto però al nord, meno bello e di proporzioni assai più limitate. Si vince la breve paretina ferrata sbucando infine sul catino superiore, che si rimonta per ghiaie e roccette sino alla croce. Il panorama è almeno pari (m 2649, ore 3,00 dalla macchina).

Tempo totale salita ore 3,00.
Dislivello salita m 700.


Ritorno:un paio d’ore per il ritorno.