Sasso di Bosconero


Domenica 05/09/2010 da solo

Tempo salita      : ore 4,30
Percorso intero:  ore 6,30
Dislivello salita: m. 1.650
Impegno             : EE 1°inf. sui massi sotto la cima, nel complesso molto lungo e faticoso
Carta 1/25.000 : Tabacco foglio 25


Il gruppo del Bosconero è rimasto fino a pochi anni fa totalmente sconosciuto ai più, una chicca per soli intenditori. Dovuto in parte ad alcune inesattezze orografiche e toponomastiche ereditate fino quasi ai giorni nostri, la classica confusione con i nomi usati dalle opposte valli, per indicare la stessa montagna. Anche più semplicemente, perché apparso raramente sui libri e sul mercato turistico. Per troppo tempo infatti, si sono pubblicizzati i soliti gruppi dolomitici, calamitandovi persone e soldi. Uno sviluppo mirato in poche zone le ha però portate inevitabilmente a doversi ampliare a dismisura e a “modificare” l’ambiente che le circonda, per far posto e accogliere le masse, e per farle divertire. Oggi ci accorgiamo che le rocce del Bosconero valgono quanto quelle delle Tofane e le case di Cibiana saranno forse la Cortina del domani? Disperdiamoci anche nel periodo invernale, così forse salviamo le nostre montagne da pericolosi disegni di nuove piste, con i relativi collegamenti e impianti di risalita. Sarebbe opportuno spingere e favorire di più lo scialpinismo e il fondo, ma si sa, questi sport poveri e faticosi hanno ben altri riscontri economici. Oppure valorizzare certi posti come si è fatto sul Rite, ristrutturando un vecchio sito della Grande Guerra e trasformandolo in museo. Comunque sia, queste rocce sono ora terra di riconquista per gli alpinisti, sulle pareti della Toanella e linfa per noi escursionisti, con le ascese al Sassolungo di Cibiana, agli Sforniói e soprattutto al Sasso di Bosconero. Quest’ultima molto appagante, ma anche molto faticoso il canalone che porta ad accedervi.


Percorso:
subito dopo la diga di Pontesèi o Pontesiei, che cattura le poche acque del Torrente Maè, troviamo un lungo spiazzo dove lasciare la macchina a m 825. Attraversando la strada, si nota subito il vistoso sentiero 490 partire deciso e tirato dentro il bosco (abbondanti indicazioni). Poco più su stacca sulla destra il sentiero 485 che transita per la “Casera dei Zot” e termina allo stesso Rifugio Bosconero, con un percorso leggermente più lungo. Insistiamo dritti allora fino a quando la pendenza va a diminuire sul Pian dei Mugón (m 1005) e la bella Casera omonima che andiamo a visitare. Subito dietro la fontana, assecondiamo quella traccia marcata che a destra si ricollega presto alla principale 490. Siamo sull’Anello Zoldano, segni rossi accompagnano lungo una pista gradevole e pianeggiante. Un grosso masso squadrato è precipitato dalle rocce soprastanti arrestando la sua corsa sul filo del sentiero, curiosa la scritta: «Sono l’ultimo arrivato». Una piccola depressione si supera grazie ad un ponticello. Usciamo al sole finalmente, alle prime colate detritiche che si presentano davanti e una lunga muraglia che sembra ostacolare il normale procedere. Un bivio che andrebbe meglio segnalato, propone due alternative: la prima più diretta e facile attacca direttamente l’ostacolo sulla destra e sale prepotentemente il costone boscoso che sorregge il Rifugio stesso. Alcuni scalini rendono meno pesante la pendenza. Un altro ponte di legno permette il passaggio alla costola successiva e raggiungiamo il bivio dove arriva dalla destra la variante 485 della “Casera dei Zot”. Un ultimo breve scollinamento e ci troviamo davanti al Rifugio Bosconero (m 1457, ore 1,45). Se abbiamo in programma il Sasso di Bosconero conviene sicuramente seguire questa pista. L’alternativa porta invece a rimontare la colata sassosa sulla sinistra, seguendo gli omini, fino a guadagnare faticosamente il circo soprastante. Si attacca quindi il pendio boscoso che abbiamo prima aggirato, fino al Rifugio. Proprio in questo sito, dall’aprile 2006 è in fase sperimentale un interessante programma che prevede la rigenerazione delle acque sporche e dei rifiuti prodotti, evitando costosi e complicati smaltimenti a valle. Alle sue spalle, ancora tra gli alberi, ci portiamo sulle balze franose superiori a dominare tutto l’anfiteatro. Aggiriamo la parete nord della Rocchetta Alta, iniziando a salire quel ripido canalone che più in alto dirama in due, giusto alla base della Toanella. Impressionante, a guardarne la punta si rischia di cadere indietro, tanta è la verticalità. Una sensazione analoga, la ricordo tanti anni fa per la prima volta, sotto le Tre Cime di Lavaredo. Proviamo la massima invidia e ammirazione per il mondo alpinistico. Ancora su a sinistra, si guadagna con estrema fatica, finalmente, la Forcella di Toanella (m 2100). Pochi metri di verde in cuore a tanta roccia. Ora si attacca il Sasso di Bosconero, mirando alcuni ometti sulla sinistra della grande colata detritica. Su per il fianco ovest, per breve camino si accede a dei gradoni che si superano agevolmente. Aggiriamo delle placche inclinate aggredendo le ultime rocce, si calpesta infine la vetta spaziosa e piena d’omini. L’accumulo di fatica, sudore e adrenalina, esplode in un urlo di gioia (m 2468, ore 4,30).

Tempo totale salita ore 4,30.
Dislivello salita m 1650.


Discesa: lungo la via di salita, ore 3,00.