PIZ DE GUDA


30/04/2010 da solo

Tempo salita      : ore 2,15
Percorso intero:  ore 4,15
Dislivello salita: m. 900
Impegno             : EE
Carta 1/25.000 : Tabacco foglio 15


Balcone straordinariamente panoramico in capo ai Serrai di Sottoguda. La naturale erosione dei ghiacci e dell’acqua ha limato nel corso dei secoli questo piccolo canyon, questi Serrai che hanno poi preso il nome del paese costruitogli accanto. Una frattura delle rocce, dovuta ai vari movimenti della crosta terrestre e che il passare del tempo ha provveduto poi ad allargare e modellare come la vediamo ora. Le acque vorticose del Torrente Pettorina hanno fatto il resto, cercando nella loro inarrestabile discesa, la via più diretta e sbrigativa. Sul fondo di quella fessura, in quei dieci metri di spazio, ci hanno fatto una strada e fino a qualche decennio fa era l’unica che conduceva alla Marmolada e ai pascoli alti. Ora è chiusa al traffico ed è visitata dal turista: un’altra meraviglia delle nostre montagne bellunesi.


Percorso:
tra le case di Sottoguda, un cartello vieta giustamente il proseguimento lungo i Serrai e c’indirizza ai parcheggi sulla destra, paralleli al corso d’acqua del Torrente Pettorina. Notiamo una bacheca in prossimità del ponticello che lo attraversa e che dobbiamo attraversare (m 1249), con le prime indicazioni per il Piz de Guda. Parte una bella traccia ripida che guadagna subito i prati soprastanti le case del paese e cominciano i vari segnavia bianco-rossi che ci accompagnano fino alla cima. Superiamo un secondo ponticello e c’infiliamo dentro un bosco di faggi, alcuni dei quali veramente notevoli. La pendenza è sostenuta, in primavera un mare di foglie riempie ancora l’ampio solco del sentiero (insidioso se bagnato). Giusto sul secondo tornante, notiamo l’eventuale deviazione per Malga Ciapèla e ancora indicazioni per la nostra meta. Evitiamo anche la traccia che successivamente stacca a destra per le frazioni di Vallier e Albe. Ci alziamo in quota, fino a raggiungere e aggirare le pareti scure che si vedono anche dal parcheggio. Con svolte sempre più strette, allunghiamo in località Mont de Sot e troviamo un primo tabià abbandonato (ore 1,00). Pieghiamo lungamente a sinistra, sostando in un paio di balconi dove è possibile guardare di sotto. S’intravede la punta del Piz. Nei pressi di una sorgiva, altre strutture di legno più o meno cadenti fanno pensare a un alpeggio dei tempi andati, ora lasciato al suo destino e invaso dalle piante. Ancora cartelli: Col d’Albe a destra, Forcia e Piz de Guda dritti, verso un altro nucleo di tabià che ci lasciamo sulla sinistra. In leggera discesa ora, doppiamo l’ennesimo rudere affacciato sul pendio di un vallone che va ad incunearsi tra pareti scoscese. Le acque che ne percorrono il fondo, probabilmente si gettano poi a cascata dentro i Serrai stessi. Caliamo ancora gustandoci appieno l’ambiente, fino a fiancheggiare il piccolo corso d’acqua per cinquanta metri (paletti con segnavia), attraversandolo più avanti in una zona di scoli e muschi. La traccia è confusa. Si sale l’opposto versante, seguendo di volta in volta i segnavia su un paletto e sugli alberi. Con fatica avviciniamo le rocce soprastanti, il terreno si fa consistente e il sentiero più accentuato. Aggirando un paio di piante abbattute, guadagniamo finalmente la sella (m 2027, ore 1,45). Dritti oltre la sella si cala a Malga Ciapèla, a destra si sale al Col d’Albe e al Col de Fedèra, a sinistra il nostro obiettivo. Visione totale sul Monte Serauta e la Marmolada di Rocca. Attacchiamo il Piz de Guda dunque, per buona traccia passiamo un ponticello di tronchi che scavalca il solco di una trincea. Lungo il fianco sinistro, appena sotto la dorsale del monte, assecondiamo il vecchio tracciato militare che oltrepassa un paio di cavernette portandoci sul lato che guarda la Val Pettorina. Segue un traverso alla base di rocce scurissime abbellite dai licheni, dove i segnavia bianco-rossi risaltano in modo esagerato (attenzione se l’erba è bagnata). Arranchiamo poi lungo l’erto cocuzzolo finale, dove si riconoscono i trinceramenti italiani della Prima Guerra Mondiale. Dentro uno di questi solchi avviciniamo una postazione in caverna visitabile con la torcia elettrica e l’immediato pendio prativo che riveste la cima del Piz de Guda (m 2132, ore 2,15). Siamo sorprendentemente al centro, tra le montagne più belle. Davanti a noi l’impressionante e contestata funivia che porta quasi sulla sommità di Punta Rocca a m 3265 oltre 900 persone all'ora con cabine di 70 posti. Meritevole il museo che ha sede al termine del suo secondo spezzone, sul Pizzo Serauta. Dedicato alla Grande Guerra, raccoglie gli oggetti che il ghiaccio riporta alla luce ogni anno, testimonianze dei combattimenti avvenuti su questa montagna.

Tempo totale salita ore 2,15.
Dislivello salita m 900.


Discesa : ritornati alla sella in venti minuti, prendiamo a sinistra per Malga Ciapèla (indicazioni). La traccia fluida e ripida s’infila nella boscaglia, sbucando in breve sopra un rialzo erboso (paletti). Giù a destra ora, di nuovo tra la vegetazione, il sentiero ancora ripido e sdrucciolevole placa finalmente il suo slancio e con un andamento più naturale va a confluire dentro una strada terrosa. La seguiamo lungo il suo sviluppo a valle, tra le cataste di legname e piacevolmente arriviamo alla strada 641che scende dal Passo Fedaia, nei pressi dell’Hotel Roberta (ore 1,20 dalla cima). Percorriamo in discesa il breve tratto asfaltato, entrando sulle aree di parcheggio della funivia. Una sbarra e una bacheca tematica segnalano l’inizio della strada (chiusa al traffico) che attraversa i Serrai di Sottoguda. Non ci resta che penetrare all’interno di questa forra lunga un paio di chilometri, sostando negli angoli più curiosi e cullati dal rumore delle acque del Torrente Pettorina. Tredici ponticelli consentono la discesa a valle sia all’acqua sia all’asfalto, sfruttando appieno la poca superficie a disposizione. Il luogo si rivela attraente pure in inverno, quando le pareti soprastanti e le piccole cascatelle si rivestono di ghiaccio e richiamano gli ice climbing di tutto il mondo. Usciamo infine dai Serrai e troviamo subito i parcheggi con la nostra auto (ore 2,00 dalla cima).